Storia

Il telescopio Cooke

La storia dell’Osservatorio di Collurania è stata sin dall’inizio caratterizzata da importanti contributi alle conoscenze e alle tecniche e tecnologie astronomiche.

Ricorderemo qui l’installazione, nel 1896, del grande Rifrattore Cooke da 40cm di apertura, all’epoca uno dei più grandi telescopi sul suolo europeo ed ancora oggi ammirabile nella cupola omonima in cima all’edificio storico; e l’uso dei fotometri fotoelettrici agli inizi degli anni ’30, nel quale Collurania fu il primo istituto europeo ed il secondo a livello mondiale, aprendo di fatto l’era della fotometria fotoelettrica che per quarant’anni avrebbe determinato gli sviluppi della moderna astrofisica.

In tempi più recenti va ricordata l’installazione di una camera per il vicino infrarosso presso la Stazione Osservativa di Campo Imperatore a metà degli anni ‘90, unico strumento infrarosso sul territorio italiano ed uno dei pochi a livello europeo.

Parimenti si sono succedute scoperte osservative e progressi nell’astrofisica teorica: dalla soluzione della controversia sorta intorno ai presunti «canali di Marte» alla scoperta dell’asteroide 704-Interamnia, ambedue ad opera del Cerulli, alla prima osservazione delle rapide oscillazioni di luminosità delle Novae fatta da Piero Tempesti nel 1976 (che avrebbe aperto la strada alla corretta interpretazione di tali oggetti come binarie cataclismiche), alla scoperta della Supernova SN2002cv, per anni detentrice del titolo di supernova più estinta (H-V > 8), fino ai progressi dell’astrofisica stellare teorica, un settore in cui l’Osservatorio è internazionalmente  conosciuto da lungo tempo.

L’Osservatorio ha dovuto spesso anche superare situazioni di avversità: dalle scomparse premature di Cerulli prima e di Maggini poi, all’occupazione tedesca nel giugno del 1944, fino al tentativo di soppressione nei primi anni ‘80 e poi di accorpamento con l’Osservatorio di Roma nel 2010. Senza dimenticare la ricostruzione in seguito al terremoto de L’Aquila nel 2009 e poi nuovamente dopo il terremoto di Amatrice nel 2016.

Supernova SN2002cv

Oggi l’Osservatorio d’Abruzzo (come è stato rinominato in seguito alla fusione territoriale con la Stazione Osservativa di Campo Imperatore, realizzata nel 2017 dall’allora Direttore Roberto Buonanno) è un moderno centro di ricerca astronomica che opera nell’ambito di collaborazioni scientifiche e tecnologiche internazionali (tra i quali la missione spaziale GAIA, il progetto SKA, gli strumenti ESO ERIS e MAORY, la collaborazione GRAWITA).

Nonostante le dimensioni contenute (rappresenta tuttora la struttura INAF con il minor organico), ha da sempre rappresentato un punto di riferimento per la cultura a livello sia locale sia nazionale. Vincenzo Cerulli, suo fondatore, è stato anche il primo Presidente della SAIt, dopo la sua nascita dalla preesistente Società degli Spettroscopisti Italiani nel 1920. Oltre a Cerulli, nella storia dell’Osservatorio altri due Direttori hanno ricoperto il ruolo di Presidente della SAIt: Vittorio Castellani e Roberto Buonanno.